Quando si parla di salute ci sono alcuni termini come malattia, sindrome, sintomo, disturbo, morbo. Non tutte queste parole appartengono alla clinica psicologica. Io vorrei parlarvi solo di tre termini.
Anthony legge il post:
Sintomo.
Questo è il più facile da spiegare, perché è una parola conosciuta, e probabilmente almeno una volta avete risposto alla domanda: "Quali sono i sintomi?". Solo che il dottore ve l'ha chiesto in modo più semplice: "Cosa c'è che non va?". Nel campo della clinica psicologica il sintomo è qualcosa capace di generare sofferenza psicologica (ed è riconducibile a una sindrome).
Questo è il più facile da spiegare, perché è una parola conosciuta, e probabilmente almeno una volta avete risposto alla domanda: "Quali sono i sintomi?". Solo che il dottore ve l'ha chiesto in modo più semplice: "Cosa c'è che non va?". Nel campo della clinica psicologica il sintomo è qualcosa capace di generare sofferenza psicologica (ed è riconducibile a una sindrome).
Esempi di Sintomo:
- Sono molto triste, lo sono da molto tempo, e non riesco a liberarmi di questa tristezza.
- Da più di un mese dormo poco e male, questo si riflette nella mia vita quotidiana. Non riesco a lavorare e mi sento sempre stanco.
- Tendo a ingaggiare risse con i miei compagni di classe. Non vorrei, ma non riesco a farne a meno, e mi sento uno schifo per questo.
Sindrome.
Per capire questa parola dovete giocare allo psicologo per un minuto. Si presenta da voi la signora A. che vi dice che si sente giù, passa tutto il suo tempo in casa a guardare la tv, non ha voglia di mangiare, dorme veramente molto. In quanto psicologi provetti pensate che la signora A. è depressa.
Bingo. Questa è la sindrome. Un insieme di sintomi che fanno pensare a una "cosa" specifica, che dopo (sotto certe condizioni) chiameremo disturbo. Non avete preso un libro per fare la vostra considerazione, avete pensato che dati i sintomi indagare sulla depressione può essere un punto di partenza. Attenzione, questo non vuol dire che avete diagnosticato la depressione.
Disturbo.
Ecco la parola nuova (forse). A questo punto non potete più giocare a essere psicologi, dovete esserlo davvero. Se prendiamo il caso della signora A. lo psicologo di turno, dopo il colloquio, studia il caso. Apre il manuale diagnostico per i disturbi mentali (DSM-5) e guarda quali sono i criteri che permettono di definire in modo sistematico se la signora A. soffre o meno di un disturbo depressivo.
Per capire questa parola dovete giocare allo psicologo per un minuto. Si presenta da voi la signora A. che vi dice che si sente giù, passa tutto il suo tempo in casa a guardare la tv, non ha voglia di mangiare, dorme veramente molto. In quanto psicologi provetti pensate che la signora A. è depressa.
Bingo. Questa è la sindrome. Un insieme di sintomi che fanno pensare a una "cosa" specifica, che dopo (sotto certe condizioni) chiameremo disturbo. Non avete preso un libro per fare la vostra considerazione, avete pensato che dati i sintomi indagare sulla depressione può essere un punto di partenza. Attenzione, questo non vuol dire che avete diagnosticato la depressione.
Disturbo.
Ecco la parola nuova (forse). A questo punto non potete più giocare a essere psicologi, dovete esserlo davvero. Se prendiamo il caso della signora A. lo psicologo di turno, dopo il colloquio, studia il caso. Apre il manuale diagnostico per i disturbi mentali (DSM-5) e guarda quali sono i criteri che permettono di definire in modo sistematico se la signora A. soffre o meno di un disturbo depressivo.
Lo psicologo farà domande specifiche sulle caratteristiche dei sintomi (es: frequenza, durata, etc.), e indagherà se ci sono altri sintomi. Inoltre, in caso lo psicologo decida che la signora A. soffra di un disturbo depressivo, saprà anche definire di che tipo di disturbo di tratta, se ci sono comorbidità (cioè altri disturbi associati), e può ipotizzare un trattamento.
Una nota importante.
Sono sicuro che qualcuno tra i lettori avrà sentito o letto l'espressione "malattia mentale". Si può dire, ad esempio, la signora A. è malata di depressione? Qui si apre un lungo dibattito. La parola malattia è corretta?
Non voglio entrare in un discorso etico lungo, complesso, e forse noioso. Vi dico che nella clinica psicologica si usa la parola disturbo. E cosa più importante si usa il verbo "avere" e non il verbo "essere". Cosa voglio dire?
Sono sicuro che qualcuno tra i lettori avrà sentito o letto l'espressione "malattia mentale". Si può dire, ad esempio, la signora A. è malata di depressione? Qui si apre un lungo dibattito. La parola malattia è corretta?
Non voglio entrare in un discorso etico lungo, complesso, e forse noioso. Vi dico che nella clinica psicologica si usa la parola disturbo. E cosa più importante si usa il verbo "avere" e non il verbo "essere". Cosa voglio dire?
Non diciamo è depresso, è autistico, è dislessico; ma diciamo ha una diagnosi di depressione, di autismo, di dislessia. Può sembrare una pignoleria, tuttavia è importante evitare l'etichettamento. Il disturbo psicologico condiziona sicuramente la vita di un soggetto, ma non lo rappresenta nel complesso. Perché oltre a "essere" depresso, è intelligente, adora i film thriller, e suona benissimo il violino. Avere una diagnosi di un disturbo significa avere un problema che sta limitando le potenzialità di vivere felicemente, non è quello che una persona è. Immaginate se al posto di disturbo usassimo la parola malattia, quanto sarebbe facile etichettare qualcuno come un "malato di mente"?
Conoscevate questi termini? Erano esattamente quello che pensavate? Avete più spesso sentito l'espressione: "malattia mentale" o "disturbo psicologico"?
Se volete che io descriva con le mie parole un argomento di psicologia scrivetelo nei commenti.
Fonti citate: DSM-5 - Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (American Psychiatric Association, 2013).
L'ultimo paragrafo contiene considerazioni personali e non hanno fonti, rappresentano il pensiero dell'autore del post.
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