Dopo i disturbi depressivi il manuale diagnostico (DSM-5) parla dei disturbi dell'ansia.
Prima di parlarvi di ansia vorrei parlavi di un'emozione a essa connessa, ovvero la paura. Qual è la differenza tra paura e ansia? La paura è un'emozione di base che si attiva in risposta a un pericolo che si sta vivendo nell'immediato, l'ansia invece è un'emozione complessa che si basa sulla minaccia di un pericolo futuro.
Anthony legge il post:
Ho definito la paura come un'emozione di base, ovvero qualcosa con cui nasciamo e che ha radici antiche. La storia evolutiva dell'uomo (o degli animali in generale) ci racconta quanto è importante provare paura e riconoscere la paura. Le emozioni negative (come paura, rabbia e disgusto) sono prioritarie, ovvero vengono elaborate prima di altre informazioni, perché il loro riconoscimento precoce è importante per la sopravvivenza.
Ma cosa succede in una situazione di pericolo? Si attiva una reazione fisiologica tipicamente nota come lotta o fuga. I due comportamenti (lotta e fuga) si possono manifestare entrambi oppure nessuno di questi se la minaccia non viene sentita come urgente.
Se ipotizziamo una situazione in cui è lecito avere paura vedremo che l'insieme dei comportamenti che potrebbero essere attuati automaticamente dal nostro corpo sono un po' di più della sola lotta o fuga. In inglese si usano 5 parole che iniziano per F: freeze (congelamento), flight (fuga), fight (lotta), fright (sgomento), faint (svenimento). Proviamo a vederle.
Supponiamo di accorgerci di essere inseguiti da un predatore. Prima di scappare c'è un breve istante di studio, si cerca di capire quanto è pericolosa la situazione e si entra in iper-vigilanza, ovvero si attivano al massimo tutti i sensi per trovare una soluzione al problema. Questa è la fase di congelamento (freeze).
Successivamente scappiamo questa è ovviamente la fase di fuga (flight), ma se questa non bastasse a seminare il predatore allora saremo costretti a lottare per la nostra incolumità (fight). Supponendo che però nonostante in nostri sforzi è chiaro che soccomberemo il cervello potrebbe decidere di "spegnere" tutto, una specie di lascia passare per il predatore (fright).
Ma perché il cervello dovrebbe fare questo? Perché si schiera dalla parte del predatore? Se non c'è possibilità di fuga o vittoria allora bisogna ridurre al minimo i danni. In questa fase il cervello ci allontana e ci protegge dalla consapevolezza dell'esperienza spaventosa che stiamo vivendo, tanto ché è molto difficile recuperare i ricordi di queste esperienze. La fase successiva è un distacco ancora più significativo ovvero lo svenimento (faint).
Non sorprende se i ricordi di un evento traumatico, dove abbiamo avuto paura per la nostra incolumità sono offuscati e difficili da recuperare. Il cervello ha tentato automaticamente di proteggerci.
Nei casi di stupro su una donna, il comportamento della vittima di smettere di lottare contro l'aggressore e quindi soccombere a un rapporto forzato veniva erroneamente scambiato per consensualità. Ora abbiamo le informazioni per definire quel comportamento coma una risposta fisiologica a un'aggressione dalla quale non si può fuggire.
Fonti:
- Cannon, W. B. (1915) - Bodily changes in pain, hunger, fear, and rage.
- Cannon, W. B. (1915) - Bodily changes in pain, hunger, fear, and rage.
- Porges, S. W. (2001) - The polyvagal theory: phylogenetic substrates of a social nervous system.
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Se volete che io descriva con le mie parole un argomento di psicologia scrivetelo nei commenti.
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