11 giugno 2023

Logica o intuito?

Se ci riflettiamo un attimo prendere le decisioni è qualcosa che capita spesso durante l'arco della giornata. Quando siamo in macchina, o al supermercato, o a lavoro. Ci sono delle situazioni che ci obbligano a una scelta. La presa di una decisione segue il ragionamento, ovvero tutte quelle "cose" che la mente fa per analizzare la situazione di partenza e valutare quale tra le possibili situazioni finali sia quella più adatta.

Anthony legge il post: 

Ma come ragioniamo? E come dovremmo ragionare? Probabilmente sarebbe molto molto bello se in ogni situazione riuscissimo a prendere la decisione corretta. Tuttavia sappiamo che non è così. A meno che non siamo forti in una materia chiamata logica, ci capiterà di prendere delle decisioni un po' più basate sull'intuito, di fatto prendiamo una scorciatoia. In psicologia queste scorciatoie prendono il nome di euristiche del pensiero.

Abbiamo definito due modi di prendere delle decisioni, che (con molta fantasia) vengono chiamati sistema 1 e sistema 2.

  • Il sistema 1 è quello delle euristiche. È un sistema veloce, non consuma energia, e risponde alle domande sulla base delle nostre esperienze passate (quello che potremmo definire intuito).
  • Il sistema 2 è quello del ragionamento logico. Si analizza il problema, lo si studia e si cerca la soluzione migliore. Quindi è un sistema lento che richiede energia.


Abbiamo detto che  il sistema 1 (quello delle euristiche) usa scorciatoie, quindi può sbagliare, e la ricerca dice che sbaglia piuttosto spesso. Non solo, la ricerca dice anche che il modo in cui sbaglia è regolare, quindi è possibile prevedere gli errori che commetteremo. Facciamo un esempio che dovrebbe semplificare il concetto.

Un artigiano viene a fare un lavoro a casa vostra e a fine lavori il furbacchione vi dice: "150 euro con la fattura, 100 euro senza fattura". I 50 euro di risparmio sono immediati e sicuri, e l'eventualità che comportandomi bene in futuro io avrò un benefico economico è troppo bassa, quindi sappiamo come risponderà la maggior parte di noi.

Ma se conosciamo gli errori che commettiamo non possiamo usarli? Questa è stata la scommessa di due autori (Thaler e Sunstein) che hanno introdotto la teoria del Nudge, traducibile in italiano come "Spingere". L'idea di fondo è: se sappiamo che il sistema 1 in una certa situazione commetterà quel tipo di errore, non possiamo fare il modo di creare artificiosamente delle situazioni in cui il sistema 1 cadrà ripetutamente?

Questa è l'idea che c'è dietro il cashback, ovvero quella di fornire un modo rapido di risparmio. Niente di diverso da quello che proponeva l'artigiano furbacchione. Però il cashback è un sistema legale. Quindi, in questo modo, si dà una spintarella al consumatore a scegliere la soluzione socialmente/legalmente desiderabile con l'intento di affrontare/risolvere il problema dell'evasione fiscale.

Voi date retta al vostro intuito o preferite analizzare le situazioni?

Se volete che io descriva con le mie parole un argomento di psicologia scrivetelo nei commenti.

Fonti: Kahneman & Tversky (1974) - Judgment under uncertainty: Heuristics and biases. Thaler & Sunstein (2009) - Nudge: Improving decisions about health, wealth, and happiness.

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