29 ottobre 2023

ADHD

ADHD è l'acronimo di Attention Deficit Hyperactivity Disorder che in italiano traduciamo come deficit di attenzione e di iperattività. Se avete avuto a che fare con dei bambini, quasi sicuramente, in qualche occasione avreste desiderato che stessero più attenti o che stessero più tranquilli. Ma quando una carenza di attenzione o un'eccessiva attività sono un problema? Vediamolo insieme.

Anthony legge il post:
Per definire un deficit di attenzione proviamo a dare una definizione di attenzione. Cosa intendete quando chiedete a qualcuno: "Puoi stare più attento?". Immagino che vi piacerebbe che quel qualcuno diriga gran parte delle sue energie nel fare un compito specifico. Possiamo definire l'attenzione come una funzione che regola il vostro grado di coinvolgimento in un compito.

Il Manuale Diagnostico (DSM) ci dice che possiamo parlare di disattenzione quando per almeno 6 mesi si manifestano spesso cinque tra alcuni sintomi, quali:
  • commettere errori di distrazione
  • non ascoltare
  • non portare a termine i compiti
  • provare avversione nell'impegnarsi in attività che richiedono molta attenzione
  • sbadataggine.
Iperattività è una parola formata da prefisso iper- che possiamo tradurre come "troppo" e la parola attività. L'iperattività è un eccesso di attività motoria e loquacità. Impulsività fa riferimento a essere impulsivi, ovvero frettolosi cioè non riflettere prima di agire.

Il DSM definisce l'iperattività/impulsività quando per almeno 6 mesi si manifestano spesso cinque tra alcuni sintomi, quali:
  • agitarsi
  • saltare e correre quando è inappropriato
  • parlare troppo
  • non attendere il proprio turno
  • interrompere e/o essere invadente.
Queste condizioni possono presentarsi insieme (manifestazione combinata) oppure solo una delle due (disattenzione predominante o iperattività/impulsività predominante). I sintomi devono:
  • essere presenti prima dei 12 anni (siamo tra i disturbi del neurosviluppo)
  • manifestarsi in almeno 2 contesti (ad esempio: casa e scuola)
  • avere effetti negativi sulla vita del soggetto.
Una delle conseguenze di questo disturbo è il rifiuto sociale. Vivere o lavorare con loro può essere complicato e quindi possono essere rifiutati o respinti, innescando una spirale negativa che può arrivare a disturbi più complessi da trattare.

Fonti:
- American Psychiatric Association (2013) - Diagnostic and statistical manual of mental disorders (5th ed.).
- Bernhill, J. W. (2014) - DSM-5 Clinical Cases.

Se volete che io descriva con le mie parole un argomento di psicologia scrivetelo nei commenti.

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